Gay & Bisex
La mia adolescenza 15
di FRANK_1987
01.04.2019 |
6.375 |
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"Comodo su un sedile, gli mando un messaggio comunicandogli che sono già partito e lui mi risponde di essere in garage a prelevare l’auto..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà LUNEDI’. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.Il sesso…corre sul filo
CAPITOLO 15
Che stronzi che sono stati Alberto e Kevin. Non ci sono aggettivi per qualificare quei due. Prima facevano finta di non essere interessati a me e quando invece abbiamo deciso di darci alla pazza gioia fino all’ultimo giorno prima delle vacanze estive, loro che fanno? Si trasferiscono in un’altra città senza dirmi niente. Ho provato numerose volte a chiamarli ma non rispondono mai fino a quando un giorno, la voce al di là del telefono, mi comunica che i loro numeri sono inesistenti. Credevo di aver instaurato un ottimo rapporto con loro, di essere diventati scopamici ma si sono rivelati dei gran bastardi che mi hanno usato solo perché non potevano riversare il succo delle palle nei loro culi vicendevolmente. Fortunatamente rimane a mia disposizione il cazzo del mio sverginatore e anche quello di Giorgio ma non solo. Posso usare anche il suo culetto per placare le mie voglie. Anche se non rivedo più i due miei ex compagni di scuola in giro per i corridoi del mio liceo, ricevo una graditissima sorpresa quando, tra la folla di studenti che stanno aspettando che suoni la prima campanella, vedo Michele. Il mio ex fidanzato polacco segreto si e’ iscritto al mio stesso liceo. Da quando ci siamo lasciati, le volte che ci vedevamo sono aumentate ma nei mesi estivi lui aveva deciso di ritornare nella nazione natia della madre per le vacanze. Quando rivedo Michele c’e’ anche Giorgio in mia compagnia. Sul suo volto noto un certo pizzico di gelosia quando il 14enne mi abbraccia e ritarda a staccarsi dal mio corpo poggiando delicatamente la sua testa sulla mia spalla destra. E’ Giorgio a dirgli di smetterla di abbracciarmi mentre un gruppetto di ragazzi poco distanti da noi, ci prendono in giro con battute di pessimo gusto e movenze femminili esageratamente imitate. Quando suona la campanella, saliamo i gradini per entrare nella scuola. Giorgio e’ al mio fianco mentre Michele sale le scale qualche gradino prima di me. I miei occhi non possono fare altro che scendere lungo la sua schiena soffermandosi sul suo culetto stretto in un paio di jeans attillati che fa sollevare la maglietta mostrandomi un lembo della sua pelle. Dopo tutto e’ stata proprio una scena del genere ad innescare in me la voglia di farmi il suo culo. Durante il compito di matematica, Giorgio sembra non molto concentrato. Non e’ mai stato una cima nello studio ma la scienza dei numeri e’ il suo forte anche se adesso sbaglia in continuazione i calcoli cancellando e ricancellando con la gomma formando un buco sul foglio protocollo. Posso capire perché lo fa: e’ geloso di Michele, la persona che mi ha fatto scoprire per la prima volta le gioie di scoparmi un culo diventando attivo e adesso teme che, quel culo tondo e sodo preso tante volte a sculacciate dalle mie mani, possa farmi di nuovo capitolare lasciandolo per rimettermi con il ragazzino. Nell’ora di ricreazione, affronto la questione con Giorgio confortandolo e dicendogli che niente e nessuno mi farà ritornare con Michele perché io voglio solo e soltanto lui nella vita e anche nel mio letto. Giorgio mi abbraccia e poi io, scherzando, gli suggerisco che potremmo scoparcelo insieme almeno una volta così lui si toglierà dalla testa la sua gelosia e avremmo continuato con gli incontri a tre che facevamo durante l’estate. Il mio ragazzo mi da una spinta ricordandomi che non farà mai una cosa con il mio ex anche, e soprattutto, perché e’ minorenne. Ok, io c’ho provato.
“Come va la tua storia?”, mi chiede il mio sverginatore
“Va bene, grazie”, gli rispondo felice
“Sono contento per te”
“Dici davvero? Non e’ che lo stai dicendo ma invece sei geloso?”
“Non sono geloso, anzi giusto un po’”, precisa l’uomo “ma non perché ti scopano gli altri ma soltanto perché sono più giovani di me e hanno più tempo da passare in tua compagnia”, continua
“Ma se passo più tempo con te che con Giorgio”
“Per “più tempo” intendevo dire che essendo giovani hanno tutta una vita davanti mentre io ho già un piede dentro la fossa”, mi dice tristemente
“Ma che cosa stai dicendo? Nessuno ha più vigore di te e questo giovanotto qui già bello duro ne e’ la prova”, gli faccio notare afferrandogli il cazzo da sopra i pantaloni
Dopo averlo consolato un po’, mi faccio farcire il culetto dal suo meraviglioso e saporito sperma. Questa volta lo assaggio infilandomi le dita nel mio ano macchiandole e leccandole di conseguenza. Tornato a casa mi stravacco sul divano e inizio a fare zapping. I programmi autunnali sono già iniziati in tv da un bel po’, trovandoci in Ottobre, ma nessuno e’ di mio gradimento. Prendo il telecomando dell’antenna parabolica e anche questa volta spulcio tra i vari canali che la tv a pagamento mi offre. Il mio interesse viene attirato da un canale a tematica omosessuale. E’ in onda la pubblicità ma la mia curiosità e’ talmente tanta che mi spinge a controllare se quel canale abbia il televideo e stranamente lo trovo funzionante. Esaminando le pagine telematiche, mi fermo su una molto particolare. E’ la pagina dove qualsiasi gay può scrivere un annuncio sessuale corredato dal numero di telefono. Quest’ultimo, però, non e’ visibile ma e’ mascherato da lettere che rappresentano i numeri della tastiera dei vecchi cellulari ante-smartphone (dove al 2 corrispondeva ABC, al 3 DEF, e così via). Prendo il telefonino, e soprattutto il coraggio, e scrivo un sms inviandolo al numero in sovrimpressione. Dopo neanche un minuto, il mio messaggio e’ online sulla pagina del televideo. La sera stessa mi arriva il primo messaggio. E’ un uomo sulla sessantina a cui piacciono i ragazzetti come me da sottomettere. L’idea di conoscerlo mi stuzzica ma non il suo aspetto fisico perché le foto che mi ha mandato lo dipingono peggio di una palla demolitrice. Rifiuto l’appuntamento e vado a dormire. Quando mi sveglio controllo il cellulare e leggo un nuovo sms. Me lo manda un tipo adulto che si definisce giovanile. Con l’età già ci siamo e prima di andare a scuola messaggiamo un po’. Mi scrive di essersi appena separato dalla moglie e in cerca di avventure trasgressive, si descrive robusto, con i capelli corti brizzolati e gli occhi verdi. Gli chiedo se gentilmente mi manda una sua foto ed esaudisce la mia richiesta. E’ esattamente come si e’ definito e questo mi fa piacere, sperando che non abbia preso la foto da qualche altra parte spacciandola per sua. Anche lui e’ un tipo audace e quando mi chiede una foto del corpo, gliela invio senza complimenti (SE QUALCHE MINORENNE MI STA LEGGENDO, NON PRENDETE QUESTE PAROLE COME ESEMPIO DA SEGUIRE PERCHE’ NON LO SONO).
“Ma sei impazzito a fare una cosa del genere?”, mi chiede Giorgio
“Perché?”
“Perché? Perché potrebbe essere un maniaco e farti del male”
“Lo spero. Hai capito cosa intendevo? “Farmi del male”, analmente”, gli dico scherzosamente
“Tu sei impazzito. Un conto sono i ragazzi che troviamo in quel locale, perché sono reali, davanti a noi e possiamo vederli, un altro e’ mettere online il tuo numero di cellulare”
“Se hai paura che possa farmi del male, vieni con me. Sei il mio ragazzo e mi difenderai”
“Per farmi ammazzare? Non ci penso per niente. E non voglio che finisci sui necrologi”, fa Giorgio esagerando come al solito “spero che tu possa dirgli di no”, continua
Non ci penso per niente. Il tizio mi piace un casino e spero che possa essere mio e io suo. A scuola non faccio altro che pensare a lui e decido di mandargli un messaggio per stabilire un appuntamento. Mi risponde che sono già tornato a casa dicendomi che nel fine settimana non ha impegni e possiamo vederci tranquillamente. L’unico problema e’ che il mio paese dista dal suo 10km e non avendo ancora la macchina, non so come raggiungerlo. Potrebbe venire lui da me, ma resta il fatto che non so dove potrei ospitarlo mentre lui ha un posto per farlo. Decido quindi di dirgli di si, che l’appuntamento e’ confermato per sabato e che sarei arrivato da lui in pullman tanto quel tragitto e’ stato sempre percorso da quei mezzi. L’uomo mi dice che mi avrebbe aspettato alla stazione dei bus dentro una macchina scura. E’ ancora martedì quindi non mi resta altro che trascorrere questa mezza settimana solamente scambiandomi messaggi con lui. I suoi sono per lo più foto del suo corpo e del suo arnese, un bel randello di 18cm circa. Io gli faccio qualche domanda personale per conoscerlo meglio e lui mi risponde dicendo di avere 52anni, di essere stato sposato per 29anni, di avere due figlie femmine e di essersi separato dalla consorte qualche mese fa dopo che lei ha trovato sul suo cellulare il numero di una transessuale con la quale aveva iniziato una relazione segreta. Da allora, assecondando le sue voglie miste, ha cercato di incontrare il maggior numero di persone possibile per recuperare il tempo che ha sprecato restando nell’anonimato. Finalmente e’ venerdì e l’indomani partirò per andare a trovare l’uomo del mistero. Dico alla mia famiglia che sarei mancato per l’intera giornata ma i miei non ci fanno caso perché sanno già che sono un tipo che, anche se fa tardi la sera, non combina guai. Il sabato mattina mi preparo scrupolosamente. Mi faccio la doccia e poi mi metto davanti all’armadio aperto. Tra la varie maglie ne scelgo una grigia, un jeans chiaro e le sneakers bianche. Fa ancora leggermente caldo quindi arrotolo le maniche della maglia un po’ sotto i gomiti. Mi metto davanti allo specchio e mi pettino. Il mio ciuffo ribelle lo rivolgo verso destra. Ho una tale ossessione per i capelli che starei ancora a sistemarmeli ma e’ arrivato il momento di andare. Alla stazione dei bus, fortunatamente, devo aspettare soltanto dieci minuti. Subito dopo arriva il mezzo e partiamo. Comodo su un sedile, gli mando un messaggio comunicandogli che sono già partito e lui mi risponde di essere in garage a prelevare l’auto. Quando arrivo nel suo paese, mi sento un po’ disorientato ma poi lo vedo poggiato alla sua macchina scura con la testa rivolta verso il basso. Tiro un respiro di sollievo perché e’ proprio come si presentava in foto ma dal vivo e’ molto più bello soprattutto per come si e’ vestito: indossa un completo classico nero, senza cravatta, con la camicia bianca aperta di due bottoni che fa intravedere una leggera peluria brizzolata. Ha anche la cinta dei pantaloni marrone abbinata ai mocassini.
“Ciao”, gli dico avvicinandomi a lui mentre alza la testa “credevo di non trovarti”
“Tu sei Giulio?”, mi domanda esterrefatto
“Sono io. Perché me lo chiedi?”
“Non ti facevo così”
“Così come?”, gli chiedo
“Così dannatamente arrapante”, mi risponde facendomi sorridere “nudo sei uno splendore ma vestito e’ decisamente meglio”
“Credevo che fosse il contrario”
“E’ vero, ma vederti vestito in questo modo sarà un piacere per me spogliarti”, dice l’uomo facendomi battere forte il cuore “comunque mi chiamo Guglielmo”, continua rivelandomi finalmente il suo nome “vogliamo andare?”, mi domanda
“Naturalmente”, rispondo e così entriamo nella sua macchina scura e partiamo dirigendosi verso casa sua
Arrivati a casa, scendiamo dalla macchina ed entriamo nella sua abitazione, una casa grande e spaziosa, molto moderna che mi ricorda quelle che si vedono nei film americani. Mi confessa di fare il direttore di una filiale di banca molto rinomata nel nostro paese e di aver comprato la casa dopo essersi lasciato con la moglie. Accomodati sul divano, mi offre da bere ed io, trovandomi davanti ad un importante uomo d’affari, acconsento a bere quello che prende lui ma il sapore del whisky e’ un po’ troppo per me. Guglielmo mi fa domande sulla mia vita, vuole sapere se vado ancora a scuola, se e’ la mia prima volta con un uomo più grande di me e soprattutto quando ho perso la verginità. Rispondendo alla sua ultima domanda, noto che si tocca il pacco ripetutamente venendo a sapere che avevo solo 15anni quando mi hanno rotto il culo. Io invece gli domando della transessuale. Lui mi risponde che all’epoca dei fatti era la persona che di più si avvicinava alla sua idea di trasgressione cioè quella di una donna con il cazzo ma poi, sperimentando, ha incontrato un amico della figlia maggiore ed ha fatto sesso per la prima volta con una persona del suo stesso sesso proprio con lui. Siamo seduti sul divano, la mia gamba sinistra e la sua gamba destra si toccano l’un l’altra. Mentre Guglielmo mi racconta la sua vita, mi mette una mano sul ginocchio. E’ visibilmente emozionato e per stemperare la sua commozione, gli afferro la mano e giocherello con le sue dita cercando di farlo calmare. Parlando con la testa abbassata, io mi avvicino lentamente a lui, lo prendo per il mento e lo bacio facendomi guardare negli occhi. La sua piccola bocca, circondata da un baffo che si unisce ad una barba nera e bianca, si schiude ancora di più per far uscire la lingua in modo che si congiunga alla mia.
“Sei davvero speciale”, mi dice
“Ti ringrazio”, gli rispondo abbassando la testa
“Non ti vergognare. Sarai abituato a persone che ti trattano come un oggetto ma io non sono così”, mi scappa una risata a singhiozzo “cosa c’e’?”
“Scusa, non sto ridendo di te ma di quello che pensava un mio amico”
“Cosa?”
“Pensava che tu potessi farmi del male ma invece si sbagliava”, gli spiego
“Beh, sei vuoi essere trattato come gli altri, perché a te piace, puoi anche dirmelo”, fa Guglielmo
“No, facciamo come dici tu”
“Ma io voglio lasciarti un ottimo ricordo”
“Smettila di pensare a quello che voglio io e pensa soltanto a farmi godere”, gli rispondo iniziando a baciarlo con più vigore
Guglielmo mi tocca il fianco destro mentre io lo spoglio privandolo della sua giacca che getto sul tappeto. Poi lui mi toglie la maglia e inizia a leccarmi i capezzoli. Io gli afferro la testa e, come fa una mamma con il suo neonato, gliela tengo pigiata sul mio petto come se lui stesse bevendo latte materno. Adesso e’ arrivato il mio momento. Comincio a sbottonare la camicia di Guglielmo ammirando il suo petto infoltito e lui la getta accanto alla giacca. La peluria ricopre tutto il suo corpo, dalle scapole fin sotto all’ombelico. Si capisce perfettamente che mi trovo davanti ad un uomo di 52anni perché sulla sua pelle sono già apparse leggermente le classiche macchie dell’età che lo rendono un perfetto Dilf. Lo spingo contro lo schienale del divano e mi siedo sulle sue gambe baciandolo con bramosia. Le mie mani gli toccano l’addome sfiorando la cintura dei pantaloni. Il mio cazzo eccitato urta contro il suo, quindi mi inginocchio ai suoi piedi, lui si sbottona la patta abbassandosi i pantaloni ed io gli abbasso l’intimo di prepotenza liberando il suo cazzo che e’ lo stesso di quello che mi aveva mandato in foto. La voglia di avere il suo membro prende il sopravvento e inizio a succhiarglielo talmente con veemenza da rilasciare quel filamento di saliva e pre-sperma mescolati ogni volta che privo la mia bocca del suo ospite.
“Voglio scoparti”, fa Guglielmo
“Sono qui per questo”, gli rispondo
“Mettiti qua sopra”, mi ordina sbattendo leggermente la mano sul divano
“Come?”, gli chiedo
“A pecora”, mi consiglia
“Così va bene?”, domando posizionato come mi ha ordinato lui inarcando la schiena il più possibile per mostrargli il mio culetto
Mi sbottono i pantaloni togliendoli insieme al mio boxer e poi mi rimetto come prima. Le mani di Guglielmo mi accarezzano le chiappe e le sue labbra me le baciano delicatamente. La sua lingua, invece, mi stimola l’ano mentre io mi allargo la chiappa sinistra con la corrispondente mano e con l’altra mi aggrappo allo schienale. Non ha molta esperienza, dovuta alla sua repressione, ma gli slinguazzamenti che ha fatto in tutti questi mesi, danno comunque i suoi frutti. Improvvisamente, percepisco che Guglielmo si alza e lo sento armeggiare alle mie spalle. Quando ritorna a baciarmi le chiappe, questa volta le sue labbra sono più umide di prima e, salendo lungo la mia schiena finendo sul mio collo, asciuga la sua saliva sulla mia pelle sbaciucchiandomi. Mi sta trattando bene, anche fin troppo, come si fa con una bambola che non si vuole rovinare ed e’ così che mi vede lui, come un bambolotto. Poggiandomi sui cuscini del divano, lui mi stringe aderendo il suo petto contro le mie spalle ed il suo cazzo punta inesorabile contro il mio culetto che si apre per accoglierlo, avvolto nel condom. Guglielmo mi abbraccia per il petto e comincia a scoparmi.
“Allora? Come va?”, chiede
“Sei…ooohhh…dolcissimo”, lo rassicuro
“Hai il culo che sembra burro”
“Me l’hanno…aaahhh…detto in tanti”
“Quanti?”
“Tanti”
“Che puttanella che sei”, mi apostrofa “mi piace stare dentro di te”, continua
Con una mano lungo il mio fianco e l’altra all’altezza della mia spalla, Guglielmo mi scopa teneramente. Con le gambe strette non riesco a segarmi anche se il mio cazzo viene strofinato tra una coscia e l’altra. Ogni tanto la foga di scopare un altro culo in più prende il sopravvento ma ormai sono abituato a questi trattamenti. Constatando che non mi lamento ma godo come un porco, Guglielmo inizia a fottermi con più vigore facendomi ansimare e lui mi fa il verso di stare zitto come se stesse facendo calmare un bambino che sta piangendo. Quando poggia una gamba per terra, finalmente i miei arti inferiori si aprono un po’ permettendomi di masturbarmi. Non c’e’ niente di più bello che masturbarsi quando un uomo e’ dentro di te, soprattutto quando raggiungi l’orgasmo, il tuo corpo vibra e la mucosa anale si restringe intorno al cazzo che ti sta trombando. Lo guardo con aria da puttana e lui si protrae su di me baciandomi anche se non e’ un bacio romantico perché il movimento oscillatore dei nostri corpi fa si che le nostre bocche si toccano e si staccano senza permettere il completamento dell’effusione.
“Vieni qui”, mi dice togliendosi dal mio culo
“Voglio sedermi su di te”
“D’accordo, come vuoi tu”
“Non hai finito la frase”, lo riprendo
“Quale frase?”
“Dovevi dire “d’accordo, come vuoi tu, troia””
“D’accordo, come vuoi tu, troia”, ripete dopo di me caricandomi di eccitazione
Facendolo accomodare a gambe aperte sul divano, mi siedo su di lui e mi impalo. Inizio a saltellare sui 18cm di Guglielmo posizionando le ginocchia sui cuscini del divano in modo da allargare ancora di più il mio culo ed arrivare a sentire i peli delle sue palle solleticarmi le chiappe. Con una mano mi masturbo mentre lui mi accarezza il culo. Quando gli comunico di non poter resistere ancora a lungo, mi sconvolge dicendogli di sborrargli in bocca. Fino a questo momento, tutte le sue attenzioni erano rivolte verso il mio corpo tranne una parte: il cazzo. Tolgo la sua minchia dal mio culo e mi sollevo rimanendo inginocchiato mentre mi sego il pene davanti alla sua faccia. Poco dopo sborro tutto il mio latte sul suo volto e dentro le sue fauci. Guglielmo mi ripulisce il cazzo mentre mi accarezza le natiche e la schiena ma poi ritorno nuovamente ad aprire il mio buchetto voglioso facendomi scopare. Ci baciamo con la bocca sporca del mio seme e poi lui si prende in bocca le mie dita e me le succhia avidamente. Quando mi spinge sul divano smettendo di scoparmi, si toglie il preservativo e schizza sul mio corpo che viene letteralmente ricoperto, imbiancato. Con la mano cerco di raccoglierne il più possibile ma poi lui si abbassa su di lui e, sporcandosi il petto con la sua stessa brodaglia, mi bacia e mi abbraccia accarezzandomi teneramente. Poi si alza all’improvviso percorrendo il corridoio nudo e scalzo dandomi la schiena. Ritorna con un cofanetto in mano e quando si siede accanto a me e lo apre, c’e’ dentro un orologio. Dice di avermelo comprato come regalo ma io non posso accettarlo perché non sono una mignotta. Guglielmo insiste definendolo non una sorta di pagamento per la mia prestazione sessuale ma un regalo da parte di un amico. Non convinto, lo ringrazio e mi prendo l’orologio senza fiatare. Dopo esserci ripuliti, mi invita a restare a casa sua ma io purtroppo devo ritornare alla mia perché i miei genitori sono stati informati della mia assenza, ma non che si prolungasse fino a tardi. Mi accompagna lui personalmente alla stazione dei pullman promettendoci di rivederci. In una parte isolata, limoniamo fino a quando non arriva il bus e io ci salgo sopra osservando la sua macchina che sembra allontanarsi mentre, in realtà, lo sto facendo io.
“Ci sei andato?”, mi domanda Giorgio
“Dove?”
“Da quel tizio”
“Certo, che ci sono andato”, gli rispondo con il sorriso stampato sulla faccia
“Vedo che sei raggiante e io sono contento di rivederti sano e salvo tutto intero”
“Non sono tutto intero, il mio culo e’ rimasto lì in attesa di farsi trombare ancora”, gli dico facendolo ingelosire
“E’ stato così bravo?”
“Bravo e tenero e poi tutto delle sue foto e’ corrisposto alla realtà”
“Sei stato fortunato, a volte non e’ così”
“Lo so. Ti andrebbe di conoscerlo?”, gli chiedo
Giorgio non mi risponde ma nei suoi occhi scorgo una certa luce e sicuramente mi dirà di si. Il weekend dopo, infatti, quando io e Guglielmo ci rivediamo, partecipa anche il mio fidanzato lasciando sconcertato l’uomo che era stato avvisato che avrei portato qualcuno, un altro giovane amante da soddisfare con il suo cazzo maturo. Con Guglielmo iniziamo a vederci ogni due fine settimana perché il suo lavoro lo porta spesso ad essere fuori città. Non ho più inviato nessun messaggio sul televideo di quel canale gay ma evidentemente qualcuno si era segnato il mio numero di telefono e mi manda in continuazione delle foto. La maggior parte di queste persone sono decisamente brutte e la loro insistenza mi porta a cambiare numero. La mia vita scorre tranquillamente, vado al liceo e alla scuola guida ma durante il ricevimento di un’importante occasione in un ristorante…
FINE CAPITOLO 15
TO BE CONTINUED
QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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